domenica 12 giugno 2011

I DALLAS MAVERICKS SONO CAMPIONI NBA 2011

Dirk Nowitzki, Jason Terry
Con una partita da incorniciare i Dallas Mavericks sbancano l'America Airlines Center di Miami in Gara 6 e si laureano campioni, chiudendo la serie 4-2 contro i Miami Heat. E' la vittoria di coloro che da anni erano considerati gli eterni "perdenti": primo su tutti Dirk Nowitzki, ma anche Jason Kidd, Shawn Marion, Jason Terry, e non ultimo il coach Rick Carlisle. Trionfo strameritato, perché il cambio di atteggiamento mentale dei Mavericks nei playoff rispetto alla regular season e più in generale rispetto agli utlimi 5 anni è stato esemplare e ammirevole. Applauso ai camiopni NBA 2011.
Pa passiamo alla partita che li ha incoronati.
Solita gara folle da entrambe le parti nel primo tempo, con almeno quattro strappi importanti. Miami parte molto forte con LeBron James che segna un 4/4 dal campo per 9 punti. Gli Heat vanno sul 20-11, allora Dallas si mette a zona, entra Jason Terry che bombarda gli avversari da ogni posizione, aiutato da uno Stevenson capace di un grande 3/3 da dietro l'arco. I Mavericks arrivano al 40-28 in un amen. Ed allora fuori James che ha perso completamente la bussola, dentro Eddie House che ribalta ancora la partita con le sue triple, insieme alla sorpresa Chalmers che impegna la difesa con le sue penetrazioni e i tagli dal lato debole. Miami torna avanti anche di 6, e allora ancora Terry ribalta nuovamente la storia. Si chiude il primo tempo 53-51 per i Dallas Mavericks nonstante i 3 falli di Chandler e un Dirk Nowitzki che tira un incredibile 1/12 dal campo. Miracoli di questo sport, Dallas è in vantaggio con questa percentuale del suo primo attaccante. Si, perchè Terry ne ha messi 19 con 8/10 da campo, Stevenson 9, Marion 8 e il solito folletto impazzito Barea 6.
Nel secondo tempo la fibra mentale dei Miami Heat, già deboluccia,  si scioglie completamente, e i Mavericks hanno vita sorprendentemente facile nell'arrivare al +9 di fine terzo quarto. Anche perché Nowitzki si sveglia al tiro, Terry e Barea continuano a giocare bene, Jason Kidd mette due bombe che sanno di leggenda. Ultimo periodo con gli Heat sconclusionati, depressi, assurdamente molli: LeBron James esce totalmente dalla gara, pesantissimo il suo atteggiamento mentale che a mio avviso ne mina definitivamente la credibilità come "grande" indicusso di questo sport. Wade non sa più che pesci prendere ma almeno ci prova, Bosh si eclissa dominato da un Dirk Nowitzki che nell'ultimo quarto segna a ripetizione e tiene gli altri a distanza fino al 105-95 finale.
Può definirsi fallimentare la stagione di una squadra che arriva a due partite dal titolo? A mio avviso si, e in maniera anche perentoria. James, Wade, Bosh e gli altri non hanno trovato un sistema di gioco, non hanno dimostrato solidità mentale, sono franati individualmente e come squadra più volte durante la stagione e totalmente in queste finali. Magari vinceranno i prossimi cinque anelli, ma adesso non sono una squadra, tanto meno una squadra di campioni. Punto.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

perfettamente d'accordo con la tua analisi finale, adriano. E aggiungerei che il tuo intro ora potrebbe essere tranquillamente appiccicato a "king" James e soci, la parabola dei perdenti, e magari un giorno neanche lontano l'anello arriverà anche per loro, ma sarà sempre troppo tardi a mio avviso per chi, da sempre e ancor più in questa stagione, si è auto-osannato narcisisticamente fino all'inverosimile, proclamato campione ancor prima di diventarlo, e deriso avversari che valgono mille volte loro.. per poi sciogliersi come neve al sole, per l'ennesima volta, quando la temperatura sale e il momento è decisivo.

Dei Mavs che dire, epici. Non mi sarei mai immaginato di potermi ritrovare all'alba ad esultare per un loro titolo NBA. Ma con questi Heat, così brutti e insensati, chi non esulterebbe a vederli fallire???!!


Nicola.

Unknown ha detto...

La grandezza di questo sport è che non ti consente praticamente mai di tifare "contro" qualcuno. Però ti confesso che veder perdere gli Heat per me è stato un segno di "giustizia sportiva": Miami non ha ancora cultura e competenza per poter primeggiare.

Anonimo ha detto...

Non potrei essere più felice per Dirk e dei meravigliosi MaVERICKS combattivi e duri a morire come pochissime altre squadre. Applausi!

FABIO ha detto...

mi permetto di elogiare anche l'umiltà e la classe di giocatori del calibro di Jason Kidd, play solido, fortissimo e pronto quando c'era da fare affidamento su di lui. Un'esempio per i "giovani" d'oggi, purtroppo non so se saranno pronti a ricevere quest'eredità.

Ps: Adriano, il tuo blog è semplicemente STUPENDO

Unknown ha detto...

Grazie Fabio!
In effetti Kidd è quello per cui sono più felice. Quando arrivò in finale coi suoi Nets si trovo di fronte i Lakers di Kobe e Shaq e poi i Spurs di Duncan e Robinson: due squadre con cui oggettivamente non poteva competere. E poi mi ripeto: come ha marcato James e gli altri nei playoff è un esempio di abnegazione. Grandioso.