sabato 11 giugno 2011

Finale campionato - Un Montepaschi Siena stellare vince Gara 1

Hairston, Zisis

Chiudere un primo tempo di gara 1 di finale scudetto con 44 punti messi a referto per la Bennet Cantù sarebbe stato un sogno.
Se si fosse trovata di fronte il Montepaschi Siena di Simone Pianigiani, che di punti gliene ha stampati in faccia 55.
E non è che la difesa dei lombardi abbia giocato male, tutt'altro: è che i toscani hanno attaccato con una fisicità e dei tempi di scarico eabbacinanti. Semplicemente la palla viaggiava più veloce di qualsiasi possibilità di recupero. Semplicemente l'attacco senese si adattava immediatamente a qualsiasi soluzione proposta dalla difesa. Nel primo quarto McCalebb e Lavrinovic sontuosi, nel secondo l'ordine di Zisis, la difesa tremenda di Stonerook, la competenza di Kaukenas e Carraretto, l'abnegazione di tutta la squadra, con ogni giocatore a farsi trovare prontissimo in uscita dalla panchina. E Cantù a rincorrere grintosa, determinata a non lasciar andare la gara, con Markoishvili, Ortner, Green, Tabu e Mazzarino a tentare di ribattere canestro su canestro. Meritevoli di applauso i ragazzi di Trinchieri.
Insomma, primo tempo da incorniciare, di quelli che riconciliano col basket nostrano.
Nel secondo tempo il piano difensivo di Siena continua a funzionare a meraviglia, così come l'attacco. In difesa annullare Leunen (che c'ha messo del suo, va detto) e non concedere nulla a Mazzarino da dietro la linea dei tre punti. Il Montepaschi allunga fino al + 19, ma Cantù ancora con Markoishvili rientra fino al -13. Un gioco da tre punti di Mazzarino in apertura di ultimo periodo poteva far sperare chi voleva una partita equilibrata nel finale, e invece i senesi hanno stretto le maglie della difesa ancora di più e in attacco sono tornati a dominare. Finale impietoso, 100-75, con Lavrinovic, McCalebb, Carraretto,Kaukenas, Aradori e un Michelori da applauso in doppia cifra. Cantù era la migliore difesa del campionato, con poco più di 70 punti concessi di media. Stasera è stata sbriciolata da un Montepaschi Siena che quando vede lo striscione del traguardo diventa letteralmente uno squalo. Nient'altro da aggiungere.

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