domenica 20 febbraio 2011

A che punto è il basket italiano?

La notizia dell'uscita del marchio Benetton dal basket trevigiano a aprtire dal 2012, ma più in generale dalla storia di quello italiano, è la definitiva conferma che quella che avevo sperato potesse essere la stagione del nostro rilancio a livello nazionale e europeo si sta invece trasformando nell'annata che sancisce definitivamente la crisi del sistema cestistico italiano.
Non voglio essere pessimista, almeno un motivo preciso per non esserlo c'è (ne perleremo più avanti), ma rispetto alle aspettative dello scorso settembre proprio non ci siamo: prima che il campionato partisse avevo immaginato una competizione interna molto più forte nella lotta per il titolo, e in Eurolega speravo in almeno due delle tre squadre italiane in lotta per i playoff.
E invece, come al solito, il Montepaschi Siena si conferma l'unica vera squadra su cui poter fare affidamento. Perché? Tutto parte ovviamente dalla forza economica su cui può disporre la società, inutile nasconderlo. Siena ha un budget che alle altre squadre italiane, anche a quelle in teoria titolate, è precluso.
Questo però non basta a spiegare la supremazia totale: Ferdinando Minucci e il suo staff societario posseggono altri requisiti altrettanto fondamentali: serietà, competenza dirigenziale e tecnica, spirito vincente, VOLONTA' DI PROGRAMMAZIONE.
Anche quest'anno, in cui si sono trovati di fronte ad una rosa molto più cambiata rispetto al solito (Eze, McInthyre, Sato sono andati via), hanno scelto sostituti adatti a un cambio di gioco soprattutto difensivo che ha pagato immediatamente i suoi frutti. Questo significa lungimiranza, lucidità nelle scelte.
Le altre società/squadre semplicemente non posseggono tali attributi: Toti e la Lottomatica non riescono a sviluppare un progetto coerente, un'idea di gioco e un'identità di squadra che duri più di una stagione quando va bene. Dietro pare andargli anche l'Armani Jeans Milano, che credevo potesse essere la vera antagonista di Siena in campionato e invece è franata sotto il peso di un roster costruito in modo disomogeneo. La scelta a mio parere del tutto pubblicitaria di riportare Dan Peterson sulla panchina dopo l'esonero di Bucchi ha evidenziato la mancanza di idee chiare della società.
Allargando più in generale il discorso sul nostro campionato, a me pare che l'equilibrio sia dovuto purtroppo a un serio livellamente verso il basso. Con tutto il rispetto per le squadre che stanno tentando di mergere, mi pare un fattore preccupante che oggi con uno score di 10 vittorie e 8 sconfitte si possa occupare il terzo, quarto posto in classifica. Anni fa c'era un gruppo di sei/sette squadre (Roma, Milano, Pesaro, Treviso, Virtus e Fortitudo Bologna, Siena) che lottavano per le prime posizioni e garantivano un livello tattico/tecnico abbastanza elevato, e la griglia dei playoff  veniva definita da quel numero con l'aggiunta di una, massimo due sorprese. Da due, tre anni a questa parte potenzialmente ci sono almeno dieci squadre che possono puntare alla post-season, e questo significa che allora ogni stagione più di una ex-grande fallisce. Quest'anno Milano ha deluso, Roma neanche a parlarne, Treviso idem, Bologna è nettamente sotto le previsioni.
Possibile che le avversarie più competitive per Siena siano Cantù e Avellino?  Ovvio che poi siano anni in cui non c'è davvero competizione.
Dai, il livello del nostro absket si è notevolmente appiattito verso il basso, per questo c'è tutto questo equilibrio. In Europa, sopratutto in Eurolega, questo si nota ancor di più: per fortuna c'è il Montepaschi a competere sul serio ogni anno, ma davvero non può bastare.
Che fare allora per migliorare la situazione? Prima di tutto tornare a investire in progetti che non abbiano sola scadenza annuale, e questo significa prima di tutto investire denaro in giocatori per tenerli più di una stagione quando si crede veramente in loro. Quando si costruisce un progetto serio poi il pubblico ti segue. Un esempio: Roma-Lubiana, prima gara di Top16, è stata giocata nel deserto del Palalottomatica. L'altro giorno Siena-Belgrado è stata giocata dentro un'autentica bolgia.
Altra questione: il basket va riportato nelle grandi città oltre che in quelle più piccole, dove un minimo tiene: possibile che Napoli, Firenze o Torino non siano piazze appetibili per questo sport? Mi pare strano.
Abbiamo però un motivo per prevedere un futuro migliore: una rosa di giocatori italiani più competitiva rispetto al recente passato. La nazionale, guidata dal miglior allenatore che abbiamo (finalmente!) ha dei giocatori che potenzialmente possono essere il top in Europa. E molti giovanissimi hanno talento da vendere: Gentile, Aradori, Polonara, Viggiano e molti altri. Se non c'è veramente denaro da spendere su stranieri di affidamento affidiamo le chiavi del gioco ai nostri, che ce ne sono di capaci, eccome!    

8 commenti:

Unknown ha detto...

Mi ha scritto questo su Facebook Roberto Pollini: "l discorso sulla programmazione è giustissima…ma lo estenderei anche ai settori giovanili…come mai di italiani che possano tenere il campo ce ne sono sempre meno? Perché i soldi che vengono spesi per uno straniero non sono investiti sul settore giovanile? A mio modo di vedere la facilità di prendere uno straniero all’anno stravince su una programmazione sui giovani “fatti in casa”, e così si hanno giocatori che non si legano ad una società a lungo (salvo budget “senesi”), mentre FORSE un italiano è più portato a legarsi con una società, una città, ecc.. Quindi, purtroppo, il problema non è solo della Serie A ma del movimento in genere e in questo periodo di crisi generale sarebbe davvero più opportuno puntare sul lungo periodo…se poi si pensa che dalla A dilettanti in giù la Federazione sta "ammazzando" le società con i parametri quali società andranno ad investire sul giovanile se a stento riusciranno a mantenere una squadra di Serie C o B Dilettanti??

Matteo Tomasi ha detto...

Con "miglior allenatore che abbiamo" su Pianigiani intendi del campionato vero? non vorrai paragonarlo a Messina o Scariolo, vero?

Matteo Tomasi ha detto...

per il resto articolo molto serio secondo me! :)

Unknown ha detto...

Ti dico: Messina come allenatore e motivatore è inarrivabile, ma forse Pianigiani sotto questo punto di vista soprattutto è anche superiore a Scariolo. Certo gli manca ancora un successo internazionale per suggellare il suo status, ma per me è davvero un grande.

Blog of Live ha detto...

Comunque Milano come budget non sta messa peggio di Siena: hanno strappato Hawkins alla MensSana, ma anche altri giocatori che si vociferava che dovevano andare a Siena(Jaaber, Melli, e per ultimo Greer). Poi la MensSana ha lasciato libero Eze mentre Milano l'ha ingaggiato rilevando l'oneroso contratto con i russi: morale, Milano è disposta sempre a pagare di più della MensSana, forse indizio di un budget superiore.

Poi questione Montepaschi(come Banca): i soldi che la Banca elargisce non sono certo gratuiti(le banche non danno mai niente per niente) ma frutto di una trattativa economica per un servizio che la MensSana esplica, e se gli danno una quantità X e perchè può chiedere tale cifra,non solo dalla Montepaschi ma da chiunque sponsors in virtù della sua visibilità raggiunta in questi anni. L'Armani invece riceve soldi dalla proprietà(che comunque viene anche sponsorizzata), e in base al link postato sotto(tratto dal "il sole 24 ore", non certamente l'ultimo arrivato)
non sembra che badano a spese, e parlare di budget è anche inappropriato, visto che non si fanno problemi ad aprire i cordoni della borsa(l'ingaggio di Eze e Greer non sono certo spiccioli poi...).

http://basketcase.blogosfere.it/2011/03/giorgio-toto-armani-e-io-pago.html

Unknown ha detto...

Grazie per i chiarimenti! Poi se non sbaglio qualche settimana fa Giorgio Armani ha dichiarato che per la prossima stagione verrà investita sulla squadra una cifra di 42 milioni di euro, una quantità inaudita per una squadra italiana. Confermi questa voce?
Comunque, come dicevo nell'articolo, a prescindere dal budget l'organizzazione e la lucidità gestionale di Siena è ancora inarrivata nel nostro Paese. Sei d'accordo?

Blog of Live ha detto...

L'Articolo del "Sole 24 ore" che ho postato parla appunto di 42 mln in tre anni, 14 mln a stagione, e chi lo dice è un giornale economico(quelli sportivi sul mercato molte volte tendono ad esagerare).

Si, sono d'accordo, Siena è il top in Italia, in Europa si potrebbe definirlo un miracolo "Low Coast".
Cantù come organizzazione potrebbe avvicinarsi, e certamente più di Roma e Milano. Siena ha ancora gli stessi giocatori con cui ha iniziato, Milano invece ha cambiato in corsa(bruciando tesseramenti), e non credo che il suo arrancare era tutta colpa di Bucchi(lui aveva un record di 9/3, Peterson invece ha un recordo di 6/3, 6/4 se si conta la sconfitta in coppa Italia). Certo che per lo scudo la sfida è aperta, per la regular invece è Siena.

Unknown ha detto...

Ah, 42 in tre anni è tutta un'altra questione...
Hai perfettamente ragione su Cantù, è una società che andrebbe presa come esempio, anche da chi possiede budget più grossi del suo...