Stefano Mancinelli |
E comunque, prima di passare a commentare la gara (non certo vibrante di conteuti tecnici, ad essere eufemistici...), bisogna purtroppo segnalare che si è giocata di fronte a un pubblico distante, svogliato e soprattutto molto poco numeroso. Alla fine hanno contato quasi di più i 5/600 tifosi venuti da Sassari che gli spettatori di Milano. Spettacolo sugli spalti decisamente disarmante, a cui ha fatto da specchio una gara altrettanto brutta.
L'Armani Jeans è partita forte non per meriti suoi ma perché Sassari in partita propri non c'è entrata all'inizio. Il 22-8 del primo quarto è frutto di errori, forzature, confusione, rilassatezza da parte degli uomini di Sacchetti, mentre lo score di quelli di Peterson appare frutto di giocate abbastanza casuali. Gli ospiti provano a recuperare nel secondo quarto e si portano fino al -8 dell'intervallo lungo con alcune giocate di solidità psicologica e un Plisnic molto presente, al contrario di James White un po' svagato, soprattutto ai liberi (chiuderà con un pesante 6/12).
Nel terzo quarto come al solito l'Armani Jeans si addormenta, si sveglia paralizzata dal terrore, e Plisnic trascina i suoi a contatto con una serie di bombe. Però Sassari non ha mai la forza per raggiungere gli avversari, e nel finale di gara le già citate giocate di Mancinelli garantiscono ai lombardi un finale tutto sommato tranquillo. Vince l'Armani Jeans 73-63. 17 per Mancio, 16 per Hawkins, troppo a sprazzi tutti gli altri.18 di Plisnic per Sassari, doppia cifra anche per White, Hunter e Sacchetti. Sassari senza Diener paga stavolta la mancanza di lucidità. MIlano è un cantiere aperto, e nella post-season è inammissibile.
Nicolas Mazzarino |
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