lunedì 13 dicembre 2010

Kobe illumina, San Antonio non si ferma, i Knicks battono Denver

C'è poco da fare, Kobe Bryant è ancora oggi il più grande giocatore vivente. E non contano tanto i 32 punti messi a segno per sconfiggere i New Jersey Nets, quanto il momento in cui li ha messi, quando cioè ha deciso di sistermale la partita nel finale. E più dei punti contano i raddoppi che si è tirato addosso negli ultimi sei minuti, spezzati con la lucidità di chi sa gestire il gioco come nessun altro nella Lega. I due assist nel finale per Gasol e Odom sono esplicativi. I suoi due alfieri gli sono poi andati dietro: il primo pur tirnado molto male ha piazzato una doppia doppia in cui gli 11 rimbalzi sono stati utilissimi, Lamar ha giocato una gara sopraffina pur ostacolato dai falli, ed i suoi 22 punti sono stati decisivi con i 5 messi a segno negli ultimissimi minuti. I Lakers non stanno certamente giocando come ad inizio stagione, però quelli visti ieri sembrano più centellinare le energie (Bryant & Co. non sono più giovanissimi né troppo integri a livello fisico), che trovarsi in una vera e propria crisi di gioco. La vittoria 99-92 sui Nets è più incoraggiante di quanto dica il punteggio e la fatica messa per ottenerla.
Danilo Gallinari ha sentito la competizione con Carmelo Anthony, che ha appena manifestato la sua ttoale volontà di andare ai Knicks. Ha giocato nervoso, contratto, ed ha sofferto a forza di falli i 31 punti e 13 rimbalzi dell'avversario diretto. Però al momento decisivo gli ha preso uno sfondamento che grida al capolavoro. Per New York sontuosi i 17 assist di un Raymond Felton che è davvero la sorpresa del'anno per il momento. Stoudemire col trentello e Chandler con altri 27 punti hanno condotto i Knicks alla vittoria per 129-125.
I San Antonio Spurs non si fermano, alla faccia di età, acciacchi e altre stupidaggini varie. Annichiliti i Portland Trail Blazers che stavano attraversando un buon momento di forma. 95-78 con 22 di George Hill e 18 di Manu Ginobili.
I New Orleans Hornets chiudono il primo tempo a Philadelphia con soli 23 punti: la sconfitta 88-70 è quasi un buon risultato per come hanno giocato e tirato. Si salva soltanto Chris Paul, autore di 25 punti. Per Belinelli giornata da dimenticare, e la squadra sta clamorosamente andando a picco.
Chi invece continua ad inanellare sucessi, terzo di fila, sono gli Oklahoma City Thunder, che strapazzano in casa Cleveland per106-77. 25 per Kevin Durant, 14 e 11 assist per Russell Westbrook. Infine Orlando è tornata alla vittoria in casa dei Clippers per 94-85, con i 22 di Dwight Howard. Per Los Angeles i soliti Blake Griffin (27 punti, 16 rimbalzi) ed Eric Gordon (28 punti e 8 assist).

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