mercoledì 16 febbraio 2011

Una partita da "Big Three"

Gli Indiana Pacers, squadra pure in discreta forma, stanotte ha dovuto inchinarsi nell'ultimo quarto al trio Wade/James/Bosh, autore di 90 punti complessivi. 110-103 il punteggio finale, con Dwyane che ne ha messi 42, seguito dai 27 di LeBron e dai 22 di Chris. Davanti a tali cifre sarebbe probabilmente impossibile resistere per qualsiasi squadra della Lega, resta il fatto però che i "Big Three" le piazzano quasi sempre contro franchigie di media o medio-bassa caratura; nelle gare contro squadre più titolate e organizzate continuano a destare serie perplessità, soprattutto per quanto riguarda l'alchimia di squadra e la distribuzione dei tiri. Comunque la classifica si scala soprattutto con le vittorie sulle squadre minori: gli Heat sono a un passo dai Celtics, hanno ottime possibilità di finire in testa alla Eastern Conference, e giocare eventualemnte tutti i Playoff (almeno fino alla finale) col fattore campo a favore può rappresentare un vantaggio enorme.
Terza forza a est si confermano i Chicago Bulls, che senza troppa fatica battono i Charlotte Bobcats (si, quelli che ieri hanno massacrato i Lakers ) 106-94 con i 24 punti di Luol Deng. I Bobcats hanno opposto i 22 di Henderson e i 20 di Stephen Jackosn, ma non è bastato. 18p e 13 assist per Derrick Rose.
Gli Oklahoma City Thunder surclassano i Sacramento Kings 126-96, chiudendo senza problemi la disputa dopo il primo tempo. Durant e Westbrook si sono riposati visto il punteggio, alla fine è uscito fuori Daequan Cook che ha messo 20 punti in 20 minuti con 5/7 da dietro l'arco dei tre punti.
Continua il momento negativo dei New Orleans Hornets (2-8 nelle ultime 10 gare), battuti dai Golden State Warriors 89-102: unica nota positiva Marco Belinelli che uscendo dalla panchina mette 15 punti con un discreto 5/8 e 2/4 al tiro pesante.
Match sontuoso di Channing Frye contro gli Utah Jazz: 31 punti con 12/16 al tiro e 6/10 da 3. E ci aggiunge pure 11 rimbalzi. E' stato ovviamente lui a guidare i Phoenix Suns nella vittoria 102-101: dietro gli è andato il grande Steve Nash con 20 punti e14 assist (a proposito, ha superato stanotte Gary Payton nella classifica dei più grandi assistmen, adesso è settimo). I Jazz hanno spolverato un Al Jefferson da 32 e 11 rimbalzi (infatti Gortat stanotte ha avuto qualche problemino più del solito...) e un Deron Williams da 11 e 11 assistenze. Il playmaker però dopo il confronto diretto perso con Rose qualche giorno fa è andato sotto pure col canadese ultratrentenne: visto anche l'allontanamento di Jerry Sloan dalla panchina della francighia, dovuto principalmente (si dice) ai dissapori col giocatore, Williams non pare in un momento particolarmente favorevole della sua carriera a Salt Lake City...
Nell'ultima partita della giornata i Memphis Grizzlies, sempre più motivati e convincenti - sono alla quarta vittoria di fila e soprattutto a un passo dall'ottavo posto a Ovest -hanno batutto i Philadelphia 76ers per 102-91 chiudendo i conti nell'ultimo periodo. Bene Conley e Randolph col ventello, il solito Nick Young (23 punti) per gli avversari.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo 2 cose che hai detto sugli Heat: cattiva distribuzione dei tiri e record di classifica costruito con le vittorie su squadre dalla seconda fascia in giù fatta eccezione, a mia memoria, solo per le vittorie allo Staples Center e ad Oklahoma (ma i Thunder sono una big in divenire come abbiamo avuto modo di concordare). Mi chiedo come sia possibile che il gioco offensivo di Miami, nelle fasi complicate di partita, sia monopolizzato dall’uno contro uno di James; cosa che accadeva quando Lebron giocava a Cleveland, con la differenza che lì, triple sugli scarichi di Williams e rimbalzi in attacco di Varejao a parte, di alternative in attacco non ce n’erano, mentre Miami teoricamente potrebbe benissimo alternare le situazioni offensive: Wade resta per me tra gli atleti più completi della Lega, Bosh è il miglior giocatore in post basso dopo Nowitzki e Gasol e, infine, non mancano le soluzioni perimetrali (penso a Miller, a House, a James Jones). Se hai avuto modo di vedere la partita a Boston di domenica scorsa, a Rivers è bastato accoppiare difensivamente Rondo a James nel 3° quarto per spegnere la luce dell’attacco di Miami… Questo non può non essere un segnale preoccupante in vista della post season!

Anonimo ha detto...

Ho dimenticato di firmarmi: SPINO

Unknown ha detto...

Altra questione: a Toronto arrivava palla in post per Bosh e non usciva più, è vero, però comunque lui era più che efficace. A Miami chimassero un gioco per mandarlo in post basso!
Hai notato che adesso si prende solo jump dai 5 metri? Poi per carità li sta mettendo, ma a che serve prendere uno come lui se poi non lo si sfrutta vicino a canestro? Immagina quanti giochi potrebbero svilupparsi in più. A Boston Doc Rivers è stato intelligente, e Rondo a James gli entra proprio sotto pelle: hai visto quando andava a ascoltare i time-out degli Heat e LeBron lo scacciava con il braccio? Un furetto! Comunque gli Heat possono trovare soluzioni tattiche a tutti i giocatori, ma a Rajon ancora non sanno come prenderlo. Senza contare che ongi volta che si incontrano Garnett ricorda a Bosh chi è che comanda...
Ciao Spino!