Due sole le gare giocate prima che parta la baraonda dell'All-Star Game di Los Angeles.
I Chicago Bulls hanno sconfitto i San Antonio Spurs 109-99, controllando la partita con un Derrick Rose che ha preferito stavolta più diventare terminale offensivo della squadra che playmaker al servizio dei compagni. Il risultato? "Solo" 8 assist ma 42 punti, che sommati ai 19 di Deng e ai 15 di Boozer alla fine hanno fatto la differenza. Dall'altra Tony Parker ha provato a contrastare lo strapotere di Rose e ne ha piazzati 26, aiutato da Neal, Ginobili, Duncan e Jefferson, tutti in doppia cifra. Però allo Ubited Center di Chicago quest'anno sembra difficile passare, i Bulls stanno diventando una squadra che in casa riesce a dettare il proprio gioco e i propri ritmi. Saranno un avversario ostico per chiunque ai playoff, a il ritorno imminente di Noah non potrà che giovare al già ottimo sistema difensivo di coach Thibodeah.
I Dallas Mavericks passano a Phoenix 112-106 con un Dirk Nowitzki da antologia: 35 punti con 13/18 al tiro e 3/3 da dietro l'arco. Se aggiungiamo la doppia cifra di Stojakovic, Marion, Chandler e Terry, i 12 rimbalzi del centro e lo stesso numero di assistenze del playmaker, ecco che ne escono fuori dei Mavericks sciolti in attacco, capaci di varie soluzioni offensive, molto pericolosi anche loro in atesa del ritorno di Caron Butler, altro realizzatore da non sottovalutare. I Suns hanno opposto un Channing Frye in un buon momento (24 punti) e i 14 assit di Steve Nash, che vede compagni liberi per il tiro anche quando non ci sono. Genio puro.
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