Se cominciano a vincere una gara per uno senza pestarsi troppo i piedi i Big Three di Miami possono fare la differenza. Se poi sempre a turno vengono coinvolti in attacco uno o addirittura due giocatori del roster, allora i Miami Heat possono davvero competere per il titolo. Nelle ultime partite disputate è accaduto questo, e la squadra ha ricominciato a girare alla grande. Stanotte a dominare ci ha pensato LeBron James: 41 punti con 15/23 al tiro, 13 rimbalzi e 8 assist. Una partitella insomma. 19 di Bosh, 17 di Wade e Chalmers a fare il quarto con 16 punti. Gli Indiana Pacers si sono arresi in un quarto periodo che gli Heat hanno vinto in rimonta e chiuso 27-15. Già, perché anche in difesa Miami quando stringe fa paura. Settima vittoria di fila, Boston è a mezza partita di distanza, la lotta per il primato a Est è di nuovo apertissima.
I San Antonio Spurs invece non rallentano neanche per sogno, e passano a Detroit 100-89 con un gioco di squadra che al momento non ha eguali nella Lega: ancora una volta sei giocatori in doppia cifra, segno che tutto il roster ha difucia nei propri mezzi e Popovich riesce a far riposare i suoi big attempatelli senza che la concentrazione e la presa sulla gara diminuisca. Questo aspetto è fondamentale.
Maluccio invece gli Oklahoma City Thunder, che si fanno sorprendere in casa 101-105 dai Memphis Grizzlies dopo un tempo supplementare: Durant e Westbrook combinano per 52 punti, ma alla fine i 31 e 14 rimbalzi di Randolph e i 27 del gueriero Tony Allen hanno la meglio.
Gli Orlando Magic fermano Blake Griffin e si impongono sui Clippers 101-85 con 22 e 20 rimbalzi di Dwight Howard. Stavolta per il fuoriclasse di Los Angeles un avversario direi ostico sotto i tabelloni...
Ogni tot partite Atlanta subisce un terrificante blackout: stanotte legnata casalinga contro i Philadelphia 76ers 83-117 con 20 punti di Williams. Anche gli Houston Rockets perdono in casa 108-112 contro i Minnesota Timberwolves, con Kevin Love che piazza 20 punti e 14 palloni catturati. Per Houston non bastano i 23 di Martin e i 22 di Scola. Chiudiamo con i Toronto Raptors, demoliti a Milwaukee 74-92: Bargnani 23 punti con 22 tiri.
2 commenti:
Tifo per gli Heat dal clamoroso anello del 2006 (lo premetto perchè in molti, "casualmente", si sono scoperti tifosi di Miami dal 10 luglio del 2010) ma sono molto scettico sul loro immediato futuro, specie sulla loro capacità di essere squadra (Pat Riley, quando torni?; è probabile che un segnale importante in questo senso lo possa dare il 3° scontro diretto con Boston tra 4 giorni... Le prime due partite mi hanno lasciato la sensazione di un gap incolmabile tra l'organizzazione (difensiva e non) dei Celtics e l'improvvisazione che sembra regnare tra gli Heat, la cui fase offensiva spesso si riduce all'uno contro uno per 20 secondi di LeBron James lasciato in isolamento... Questo non è basket e soprattutto Lebron non è M.J. (anche se qualcuno, bestemmiando, tende a paragonarli)! SPINO
Sono d'accordo con la tua analisi, però nelle ultime partite s'è notata la volontà di coinvolgere maggiormente gli altri, e questo sta aiutando la chimica di squadra.
Agli Heat manca un centro da doppia cifra di rimbalzi a gara: se non controlli i tabelloni coi Celtics ed eventualmente coi Lakers sarà dura. Bosh gioca troppo lontano da canestro in questo sistema offensivo. Se in finale vanno gli Spurs paradossalmente la vedo più gestibile.
Gli Heat sono lontani, quest'anno forse non vinceranno, però soon il futuro insieme ai Thunder.
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