martedì 23 novembre 2010

Già finita la gloria di Miami?

Otto vittorie ma già sei sconfitte, le ultime due consecutive: il buzzer di Gay a Memphis, la batosta casalinga contro Indiana di stanotte.
E' senza dubbio crisi a Miami, e gli infortuni di Mike Miller e quello recentissimo di Udonis Haslem (che probabilmente verrà operato) non bastano a giustificare una squadra che proprio non va.
E' Erik Spoelstra l'uomo giusto per gestire la situazione? Probabilmente no: non pare avere il carisma adatto per affrontare la crisi dei giocatori e soprattutto non ha le capacità tecnico-tattiche per far giocare gli Heat come una squadra. I "Big Three" (nella foto) giocano da soli e ancora non hanno ben capito quali sono i loro compiti ed equilibri in campo. Bosh ad esempio cosa deve fare nell'economia di una partita? Prendere i rimbalzi ed aspettare gli scarichi degli altri? Un po' pochino.
Altra questione: il roster è mal amalgamato. Non c'è un vero playmaker non tanto per portare palla, quanto invece per gestire i ritmi dell'attacco. Arroyo non sa ancora che pesci prendere, ed anche al massimo delle sue possibilità non mi pare adatto ad una franchigia che in teoria punterebbe al titolo. E i chili sotto canestro? Mancanti. Anthony non convince, Ilgauskas si sa non è un cuor di leone, adesso che mancherà anche Haslem la situazione si fa molto complicata.
Il problema principale degli Heat però rimane il gioco, il quale si sviluppa con solo due, al massimo tre giocatori. Gli altri stanno letteralmente a guardare intimoriti: dal momento che anche Wade e James ancora non hanno stabilito le gerarchie chi è il leader dei Miami Heat? Senza nulla togliere alla classe di LeBron, la sua mancanza di carisma non pare assolutamente essere svanita, tutt'altro. Può anche mettere un fracco di punti, ma la sensazione che sia lui a decidere il destino di Miami proprio non si avverte. Il compito quindi tocca a Dwyane, che tra infortuni e forma altalenante in quest'inizio di stagione non ha troppo convinto. Quando il numero 3 comincerà a girare sicuramente le cose andranno meglio, è sicuro. I Miami Heat spettacolari e schiacciasassi che però ci si aspettava prima dell'avvio del campionato sono una pia illusione. Per fortuna (loro) Boston e Orlando non sono ancora scappate via, anche se lo 0-2 contro i Celtics a livello psicologico per me pesa già come un macigno. Chi appare comuque su altro pianeta per gioco, convinzione, organizzazione sono i Lakers: è questa la squadra a cui Miami deve guardare se vuole sperare di arrivare all'anello. Il gap al momento è notevole, Wade & Co. devono tentare di colmarlo in fretta.

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