Siete pronti al cambiamento?
Quest'anno vincere toccherà probabilmente a Derrick Rose o ai Big Three di Miami, ma il prossimo futuro secondo me avrà un nome soltanto, e quel nome è Kevin Durant.
A 23 anni ancora da compiere, c'è un giocatore più completo nell'NBA di oggi? Non credo. Fisicità, atletismo, visione di gioco, una capacità di tiro di quelle che ricordano i più grandi di questo gioco.
Se a mio avviso il giovane Kobe Bryant era imparagonabile all'estro e alla forza mentale di Michael Jordan, per Kevin Durant invece l'accostamento è più che legittimo. Perché la lucidità, il controllo delle varie situazioni che un match propone, la capacità di azzannare al momento giusto (che non sono per forza i minuti finali di un incontro), sono doti che il 35 dei Thunder possiede già da adesso, e che col passare del tempo non potrà che affinare. Questo livello di maturità cestistica, abbinata a quella tecnica, a 22 anni è un qualcosa di clamoroso, forse di mai visto nel basket contemporaneo.
La sua padronanza del gioco e la sua tendenza ad una leadeship carismatica ma mai invadente Durant l'ha dimostrata in questi anni ad Oklahoma City ma soprattutto agli ultimi mondiali 2010 in Turchia, dove ha assunto il comando delle operazioni man mano che le partite salivano di importanza, lasciando in precedenza che tutti i compagni/star trovassero il loro ruolo specifico e le loro soddisfazioni personali nel torneo.
Capocannoniere della Lega nelle ultime due stagioni, Durant può ancora migliorare, e questo lo rende un'arma cestistica di comprensione impossibile da valutare al momento. Fermo restando che, già oggi, fa la differenza eccome!
Alla vigilia della finale di Conference con i Dallas Mavericks voglio quindi celebrare la grandezza e la forza tecnica e mentale di KD, il giocatore che senza dubbio tiferò una volta finita (e ci siamo quasi purtroppo...) l'era di Kobe Bryant.
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