E' bastata una partita ordinata e neppure troppo ispirata dei Dallas Mavericks per mettere nuovamente a tappeto l'ormai ex-corazzata dei Miami Heat. Dopo un primo tempo equilibrato, chiuso con Wade & Co. sotto di soli due punti, il terzo periodo ha fatto registrare il tremendo parziale di 31-17 per Dallas, gap che la squadra di Spoelstra non è più riuscita a colmare. Nei minuti finali gli Heat hanno dimostrato una fragilità ed una confusione preoccupanti per una compagine che ha già giocato 17 partite: unico schema applicato il penetra e scarica eseguito senza convinzione e senza dare l'impressione che ci fossero vere alternative tattiche. Poi James e Wade a turno hanno provato la giocata in solitaria che rianimasse la squadra, fallendo ripetutamente. Dallas ha potuto gestire il finale senza patemi, restando tranquilla anche dopo un inopinato flagrant foul chiamato a Jason Terry che avrebbe potuto dare agli avversari qualche chance di rientrare nel match. Alla fine sguardi bassi, bassissimi per i Big Three, con LeBron e Dwyane che in un paio di occasioni sono tornati verso la panchina senza nemmeno scambiarsi un'occhiata. Il numero 6 è uscito dal campo immediatamente a gara finita senza salutare nessuno, Wade e gli altri si sono fermati qualche secondo di più per i convenevoli di rito con gli avversari. L'armonia della pre-season è totalmente scomparsa almeno a giudicare dal linguaggio del corpo e dallo sguardo di LeBron, ancora (eterno?) campione incompiuto ed adesso anche "vassallo" di Wade a Miami.
Ovviamente la gara poi l'hanno vinta i Mavericks, che dopo aver battuto gli Spurs confermano il momento di forma. 22 per Dirk Nowitzki, 23 per un convincente Caron Butler, ma tutta la squadra ha girato sufficientemente bene, gestita da un Jason Kidd da 13 assist. 106-95 il punteggio finale in favore di Dallas. Per Miami 22 di Bosh e Wade, 23 di un James che però ha tirato con un pessimo 5/19.
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